Attenzione: migliaia di pensionati devono restituire soldi! Sei tra loro?

Restituire i soldi della pensione, è possibile? Sembrerebbe, purtroppo, di sì. Sarebbero molti, infatti, i pensionati che si sarebbero visti recapitare delle lettere in cui si chiedeva la restituzione di una parte del denaro ricevuto. I motivi alla base di questa spiacevole e inaspettata situazione? Sono spiegati più nel dettaglio nei paragrafi che seguono.

Restituire denaro: un incubo per i pensionati

Il traguardo della pensione è indubbiamente uno scossone nella vita dei lavoratori. Il cambio di abitudini che segue può rappresentare per alcuni una vera e propria libertà mentre, per altri, una prigione da cui voler uscire. In ogni caso, la pensione rappresenta un cambiamento anche a livello fiscale: il lavoratore, o la lavoratrice, smette di pagare i contributi e percepisce una somma mensile.

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L’entità del denaro che spetta all’ormai ex lavoratore, o all’ormai ex lavoratrice, varia in base allo stipendio percepito nel corso della propria carriera lavorativa, al numero di anni di lavoro svolti e non solo… Anche il numero di anni che hanno visto il versamento dei contributi può influire sul valore della pensione!

Per quali motivi, quindi, un pensionato o una pensionata potrebbero vedersi recapitare delle lettere contenenti comunicazioni riguardo alla necessità di restituzione di una parte del I motivi che si celano dietro alle spiacevoli comunicazioni appena citate saranno spiegate più nel dettaglio nei paragrafi che seguono. Scopri se potresti essere a rischio!

Scopri i motivi alla base delle richieste di restituzione di denaro!

Errori di calcolo, comunicazioni errate da parte del pensionato, ricalcolo della pensione sono solo alcune delle motivazioni che potrebbero celarsi dietro al ricevimento di lettere in cui si richiede la restituzione di una parte del denaro precedentemente ricevuto nell’ambito fiscale pensionistico. Andiamo, adesso, più nel dettaglio delle varie casistiche.

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Non è poi così raro che si verifichi la possibilità di errore nel calcolo delle pensioni. Un errore di calcolo, in particolare, che ha previsto l’erogazione di somme di denaro maggiori rispetto a quelle previste, oggetto di riesame dopo anni, potrebbe essere una delle cause della richiesta di restituzione del denaro.

Cerchiamo di andare ancora più a fondo: quale è il motivo per cui possono crearsi degli errori nel calcolo pensionistico? Difficile dirlo ma potremmo pensare a dei malfunzionamenti del sistema informatico dell’istituto di credito preposto, oppure delle informazioni complete fornite dal datore di lavoro, giusto per fare alcuni probabili esempi.

Non è finita qui!

Una comunicazione errata delle informazioni necessarie per il calcolo pensionistico, infatti, è un’altra della cause che potrebbero condurre alla ricezione di una comunicazione in cui si invita il pensionato alla restituzione di una somma più o meno ingente di denaro, oggetto principale del presente articolo. Chi può comunicare dati errati?

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Il pensionato stesso, per esempio! Uno dei casi più comuni è la dimenticanza circa la comunicazione di un aumento dei propri redditi o del cambiamento della propria situazione familiare, aspetti, entrambi, che possono incidere anche significativamente sull’importo della pensione. Infine, ma non per importanza, potrebbe capitare che, a seguito di un controllo, si renda necessario un ricalcolo pensionistico.

In questo caso, quindi, sarebbe una verifica o una procedura di controllo operata dall’ente preposto a portare alla luce delle difformità che sfocerebbero nella richiesta di restituzione del denaro. Pensi di rientrare in una di queste situazioni? Nonostante la migliore soluzione sia quella di chiedere al proprio commercialista o ad altri professionisti del settore, potresti trovare utile sapere i tuoi diritti.

Quali sono i diritti dei pensionati?

Ricevere una richiesta di restituzione di denaro sembrerebbe aver fatto sollevare un polverone a livello giurisprudenziale! In effetti, tutti possiamo convenire sul fatto che dover restituire del denaro ricevuto in precedenza potrebbe non essere affatto piacevole, soprattutto in caso di cifre non indifferenti. Ebbene, la materia in questione sembra essere stata affrontata in ambito giurisdizionale.

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In particolare, sembrerebbe essere stato stabilito che la somma di denaro richiesta da parte dell’istituto di credito preposto sia legittima solo nel caso in cui l’errore che ha portato all’erogazione di una somma di denaro maggiore rispetto a quella spettante sia imputata in maniera dimostrabile al percettore.

In parole povere, se la colpa dell’errore di erogazione della quota pensionistica è dovuta ad un errore, anche involontario, del pensionato, allora l’ente preposto avrebbe il diritto di richiedere la restituzione della quota di denaro erogata in eccedenza, a patto che la richiesta venga effettuata entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di conoscenza dell’erogazione indebita.

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