
Negli ultimi anni il panorama dei pagamenti in Italia ha subito una profonda trasformazione. L’uso del contante sta progressivamente diminuendo, spinto sia dalla crescente digitalizzazione dei servizi finanziari sia dalle nuove normative introdotte dal governo e dall’Agenzia delle Entrate. Il tema dell’addio ai contanti è particolarmente sentito da cittadini e imprese, che si interrogano su quale conto bancario sarà obbligatorio avere per essere in regola con le ultime disposizioni. In questo articolo analizziamo cosa sta cambiando, quali sono le scelte migliori e cosa prevede la normativa attuale.
L’addio al contante: motivazioni e quadro normativo
L’Italia è stata storicamente uno dei paesi europei con il più alto utilizzo di denaro contante. Tuttavia, negli ultimi anni, la lotta all’evasione fiscale e il contrasto al riciclaggio di denaro hanno portato a una serie di provvedimenti volti a incentivare i pagamenti tracciabili. L’Agenzia delle Entrate, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha promosso una serie di misure che mirano a ridurre drasticamente l’uso del contante nelle transazioni quotidiane.

Uno dei principali strumenti messi in campo è stato il progressivo abbassamento della soglia massima per i pagamenti in contanti. Dal 1° gennaio 2023, la soglia è stata fissata a 5.000 euro, ma il trend è verso una riduzione ulteriore. L’obiettivo è quello di spingere cittadini e imprese a utilizzare strumenti di pagamento elettronici, come carte di credito, bonifici e app di pagamento. In questo contesto, il possesso di un conto bancario diventa non solo utile, ma in molti casi necessario.
Le direttive europee e le raccomandazioni della Banca d’Italia vanno nella stessa direzione, promuovendo la tracciabilità delle operazioni finanziarie. La digitalizzazione dei pagamenti, inoltre, rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore inclusione finanziaria e una gestione più efficiente delle risorse economiche.
Il conto bancario obbligatorio: cosa dice l’Agenzia delle Entrate
Secondo le più recenti indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, l’obbligo di possedere un conto bancario riguarda principalmente alcune categorie di soggetti, ma la tendenza è quella di estendere progressivamente questa necessità a tutta la popolazione attiva. In particolare, dal 2022 è diventato obbligatorio per i titolari di partita IVA e per le imprese avere un conto corrente dedicato alle attività professionali. Questo conto deve essere distinto da quello personale e utilizzato esclusivamente per le operazioni legate all’attività lavorativa.

L’obiettivo di questa misura è duplice: da un lato, garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni e facilitare i controlli fiscali; dall’altro, semplificare la gestione contabile per professionisti e imprese. Per i privati cittadini, invece, il possesso di un conto bancario non è ancora formalmente obbligatorio, ma è fortemente consigliato, soprattutto per chi riceve pagamenti elettronici (come stipendi, pensioni o rimborsi fiscali).
L’Agenzia delle Entrate ha inoltre sottolineato l’importanza di utilizzare strumenti tracciabili per tutte le operazioni superiori a determinate soglie. I pagamenti di stipendi, pensioni, compensi e rimborsi devono avvenire tramite bonifico o accredito su conto corrente, rendendo di fatto indispensabile il possesso di un conto bancario per la maggior parte dei cittadini.
Quale conto bancario scegliere: le opzioni disponibili
La domanda che molti si pongono è: quale conto bancario sarà obbligatorio secondo l’Agenzia delle Entrate? La normativa non impone un tipo specifico di conto, ma richiede che sia intestato al soggetto che svolge l’attività o che riceve i pagamenti. Le opzioni disponibili sono diverse e variano in base alle esigenze di ciascuno.

Per i privati cittadini che necessitano di un conto per ricevere stipendio, pensione o effettuare pagamenti elettronici, la scelta può ricadere su un conto corrente tradizionale, un conto online o un conto di pagamento offerto da istituti di moneta elettronica. Molte banche propongono soluzioni a basso costo, pensate proprio per favorire la diffusione dei pagamenti digitali.
Per professionisti, lavoratori autonomi e imprese, invece, è obbligatorio avere un conto corrente dedicato all’attività professionale. Questo conto deve essere utilizzato esclusivamente per le operazioni legate al lavoro, come l’incasso di fatture, il pagamento di fornitori e il versamento delle imposte. Alcuni istituti bancari offrono conti specifici per partite IVA, con servizi aggiuntivi come la gestione della fatturazione elettronica e l’accesso a finanziamenti agevolati.
Le conseguenze per chi non si adegua e le prospettive future
Non adeguarsi alle nuove disposizioni comporta rischi significativi. In caso di controlli fiscali, l’assenza di un conto bancario dedicato all’attività professionale può essere considerata una violazione delle norme sulla tracciabilità, con conseguenti sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, l’apertura di procedimenti penali per evasione fiscale o riciclaggio.

Per i privati, la mancanza di un conto corrente può rendere impossibile ricevere alcuni tipi di pagamenti, come stipendi e pensioni, che ormai vengono erogati quasi esclusivamente tramite bonifico. Inoltre, la crescente digitalizzazione dei servizi pubblici e privati rende sempre più difficile fare a meno di uno strumento bancario per la gestione delle proprie finanze.
Le prospettive future vedono un’ulteriore spinta verso la digitalizzazione dei pagamenti e la riduzione dell’uso del contante. L’Agenzia delle Entrate continuerà a promuovere l’adozione di strumenti tracciabili, mentre le banche e i nuovi operatori fintech offriranno soluzioni sempre più accessibili e convenienti. In questo scenario, il conto bancario non sarà solo un obbligo, ma uno strumento indispensabile per partecipare attivamente alla vita economica del paese.