
Le colline di alcune regioni italiane sono inconfondibili! La presenza di vigne e di olivi rappresentano una sorta di opera d’arte naturale che attira turisti da tutto il mondo. Basti pensare ad alcune zone della Toscana, dove i dolci rilievi collinari diventano la tela per i viticoltori. Ma cosa sta succedendo?
La vigna: descrizione e caratteristiche
Prima di capire cosa sta succedendo, è importante sapere cosa è una vigna e le sue peculiarità . Iniziamo! La vigna non è altro che un appezzamento di terreno di estensione, pendenza e con caratteristiche fisico-chimiche varie, destinato alla coltivazione esclusiva della vite, chiamata in botanica Vitis vinifera, con lo scopo di produrre, a seguito della raccolta dell’uva, il vino e non solo.

Non va infatti dimenticata la possibilità di produrre gustosa uva da tavola, succosa e dolce, o la possibilità di coltivare varietà di viti in grado di produrre uva adatta per essere appassita a produrre la famosa uva passa. In ogni caso, la protagonista indiscussa delle vigne, come dette, è la vite.
La coltivazione della vita è antica nel tempo e, quindi, ha una lunga storia di tradizioni legate alla cultura contadina. Nonostante l’Italia sia una delle nazioni più conosciute al mondo per la propria tradizione viti-vinicola, la pianta sembra essere originaria delle zone del Caucaso, dove sembra essere stata coltivata fin dal Neolitico.
Le peculiarità delle vigne
I fattori che influenzano lo sviluppo sano e vigoroso delle piante che compongono una vigna sono svariati. Partiamo dal terreno, ovvero il substrato in cui vengono impiantate le viti. Quelli che sembrano essere i migliori suoli per la produzione dell’uva sono terreni ben drenanti, ricchi di sali minerali, anche poveri di sostanze organiche.

La vite, infatti, è una pianta abbastanza rustica, che ben si adatta a svariate tipologie di terreno che, tuttavia, può influenzare in maniera profonda l’aroma e la qualità dell’uva. Anche l’esposizione è importante! La migliore sembra essere quella a sud o sud-ovest, avendo il massimo delle ore di luce.
Tuttavia, la latitudine potrebbe influire su quale sia la migliore esposizione. Altro aspetto da non tralasciare è l’altitudine: quote più elevate darebbero origine a uva caratterizzata da più alti valori di acidità . Infine, ma non per importanza, il clima: le precipitazioni, i venti, il calore sono tutti aspetti che possono influenzare la produttività di una vigna e la qualità dell’uva.
L’ubicazione delle vigne
Come accennato nei paragrafi precedenti, l’Italia rappresenta una delle nazioni più conosciute a livello globale per la produzione di vino e, di conseguenza, per la coltivazione delle vigne. Alcune regioni più di altre sono votate alla presenza di vigne. Alcuni esempi? La Toscana, la Sicilia, il Trentino e chi più ne ha più ne metta!

Nonostante la fama tutta italiana, il vino è coltivato in tutto il mondo. La vite, infatti, sembra crescere al meglio a latitudini intermedie, né troppo vicino all’Equatore né troppo vicino ai Poli. La fascia prediletta sembrerebbe essere quella che va dal trentesimo al cinquantesimo parallelo nord e sud Si parla, infatti, di “fascia viticola”.
A seconda della zona considerata, è possibile che si possano vedere grandi estensioni viticole in pianura ma anche colline deputate alla coltivazione della vite e alla produzione dell’uva. Queste ultime, in particolare, sembrerebbero essere le migliori zone per la spiccata capacità di drenaggio, per l’ottimale escursione termica tra giorno e notte e per la migliore esposizione ai raggi solari.
Scopri cosa sta succedendo alle vigne!
Quali sono, quindi, i fattori alla base di quella che sembrerebbe essere una vera e propria rivoluzione in ambito agricolo e, in particolare, viti-vinicolo, e che, quindi, starebbe portando a dei cambiamenti profondi e radicali, che non possono essere ignorati? Il cambiamento climatico potrebbe rappresentare una prima risposta a questa importante domanda.

Le viti sembrerebbero, infatti, molto influenzate, a livello del proprio ciclo colturale, dalle temperature medie più alte che si stanno registrando negli ultimi anni. Questo porterebbe a fenomeni mai visti prima come maturazioni anticipate di quasi un mese, contenuto zuccherino aumentato e acidità degli acini più blanda e maggiori rischi di sofferenza delle piante per la siccità .
Senza considerare, poi, la possibilità di incorrere in eventi estremi come grandinate violente e gelate tardive che potrebbero compromettere in maniera irrimediabile il raccolto dell’uva e, di conseguenza, la produzione di vino. In cosa si traduce tutto questo? Nella necessità di cambiare approccio a questo tipo di coltivazione, sperimentando nuovi vitigni oppure introducendo nuove tecniche di gestione del suolo e delle piante.