I concetti di età pensionabile ed età contributiva rappresentano due pilastri fondamentali del sistema previdenziale italiano. Questi requisiti sono imprescindibili per poter accedere al trattamento pensionistico. Ma cosa accade se hai accumulato solo 15 anni di contributi? Continua a leggere i prossimi paragrafi per scoprire tutti i dettagli e le implicazioni nel contesto della normativa italiana, che interessa ogni lavoratore del nostro Paese.
Pensione: un traguardo importante
La pensione segna la conclusione della carriera lavorativa di una persona e, proprio per il suo impatto sulla vita quotidiana, può essere vissuta come un momento di grande sollievo oppure come una fase difficile da affrontare. C’è chi attende con impazienza il raggiungimento della pensione, considerandola un meritato riconoscimento dopo anni di lavoro, e chi invece si vede costretto a lasciare il lavoro pur desiderando di continuare la propria attività.

Si tratta, dunque, di un tema particolarmente delicato, capace di dividere i lavoratori in due grandi categorie: da una parte i pensionati soddisfatti, dall’altra quelli che vivono con disagio questo passaggio. Oltre alla dimensione emotiva, la pensione riveste un ruolo centrale anche dal punto di vista economico e fiscale. Il sistema pensionistico italiano, infatti, per mantenere la propria sostenibilità, deve garantire un equilibrio tra il numero di lavoratori attivi e quello dei pensionati.
Proprio per assicurare questo equilibrio, la normativa ha fissato dei requisiti precisi per l’accesso alla pensione: l’età pensionabile e l’anzianità contributiva. L’età pensionabile indica l’età anagrafica a partire dalla quale si può andare in pensione; l’anzianità contributiva, invece, corrisponde al numero di anni di contributi versati dal lavoratore.
La pensione minima: di cosa si tratta?
Attualmente, l’età pensionabile è fissata a 67 anni sia per gli uomini che per le donne, in base alle statistiche ufficiali sulla speranza di vita. L’anzianità contributiva richiesta, invece, è generalmente di 20 anni. Ma cosa succede se un lavoratore soddisfa solo uno di questi due requisiti?

Facciamo un esempio pratico: se hai raggiunto i 67 anni di età ma hai maturato solo 15 anni di contributi, ti trovi nella situazione di aver soddisfatto il requisito anagrafico, ma non quello contributivo, che richiede almeno 20 anni. In questi casi entra in gioco la pensione minima.
La pensione minima rappresenta uno strumento essenziale per integrare l’assegno pensionistico quando questo risulta inferiore a una soglia stabilita annualmente. Per il 2025, ad esempio, la pensione minima è stata fissata a circa 615 €, in aumento rispetto all’anno precedente, il 2024.
Andiamo più nel dettaglio…
Come già accennato, l’importo della pensione minima viene aggiornato periodicamente per adeguarsi all’andamento dell’inflazione e dei mercati. I requisiti per accedere a questo beneficio sono molteplici e verranno illustrati nei prossimi paragrafi.

Innanzitutto, è necessario aver raggiunto l’età pensionabile, ovvero almeno 67 anni. Un ulteriore requisito riguarda la cittadinanza e la residenza: il richiedente deve essere cittadino italiano e aver risieduto in Italia per almeno 10 anni consecutivi. Un aspetto importante da considerare è il seguente.
La possibilità di ottenere l’integrazione al minimo è legata al fatto di aver versato contributi prima del 1996. Chi, invece, ha iniziato a versare contributi dopo questa data, generalmente non ha diritto all’integrazione prevista dalla normativa sulla pensione minima.
Cosa succede con 15 anni di contributi?
Secondo la normativa attuale, per accedere alla pensione di vecchiaia sono necessari almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, se ne hai maturati solo 15, questa soglia non è sufficiente. Esistono però delle deroghe specifiche, riservate a chi ha almeno 67 anni di età e ha raggiunto i 15 anni di contributi prima del 1992.

In ogni caso, l’importo della pensione per chi ha solo 15 anni di contributi sarà inevitabilmente più basso rispetto a chi ha versato contributi per un periodo più lungo. Tuttavia, rispettando i requisiti sopra descritti, si può comunque accedere alla pensione minima.
È importante sottolineare che, se non si rientra nelle deroghe previste, sarà necessario raggiungere i 20 anni di contributi oppure attendere il compimento dei 71 anni per poter accedere alla pensione contributiva. Considerata la complessità della materia previdenziale, è sempre consigliabile rivolgersi a consulenti esperti, in grado di valutare nel dettaglio la propria situazione personale e fornire indicazioni precise.